GIANNI E JULIAN OCLEPPO, GENERAZIONI A CONFRONTO
Julian Ocleppo in azione (foto Sergio Errigo)
E’ un bel rapporto quello che lega Gianni e Julian Ocleppo, padre e figlio. Con Alex, fratello di Julian, a fare il tifo per entrambi. Gianni è stato numero 30 del mondo e ha vinto un torneo ATP, a Linz, battendo l’australiano Edmonson nel 1981. E’ stato l’eroe di Telford quando sconfisse praticamente da solo la Gran Bretagna del “signor Evert” in Coppa Davis nel 1984. Ha giocato e alla pari con certi signori dal nome epocale, vedi Bjorn Borg (con il quale perse di misura a Milano in semifinale) e John McEnroe, battendone tanti del calibro di Wilander, Noah, Smid, Clerc, Dent, Cash e Lendl. Ha giocato anche contro Jimmy Connors, il tennista che ammira di più e del quale dice che non viene valutato come meriterebbe. Oggi è un imprenditore di successo, seguendo le orme del padre, alla guida della “Promozioni Gestionali” di Canale d’Alba, operativa durante la pandemia in ragione del fatto che appartiene alla filiera alimentare. Gianni conosce alla perfezione anche il tennis moderno come dimostra nelle telecronache da opinionista che per molte stagioni (dopo gli inizi in Rai) lo hanno visto protagonista prima su Eurosport, ora con Supertennis TV.
IL 22ENNE JULIAN
Julian ha soli 22 anni e tra il 2019 e l’inizio del 2020 ha operato un primo e fondamentale salto di qualità che lo ha condotto al best ranking di numero 309 ATP nello scorso febbraio e all’attuale posizione, con classifiche congelate, di numero 310 del mondo. Il primo vero acuto è arrivato nello scorso aprile quando nel primo turno delle qualificazioni del Masters 1000 di Montecarlo ha superato con un doppio tie-break il tedesco Zverev: “Una partita speciale che ricorderò per sempre, nel circolo dove sono praticamente cresciuto. Motivo di grande orgoglio vincerla davanti a mio padre, ai miei familiari e ai miei amici. L’arma in più in quella circostanza… stare il più tranquillo possibile nel fare il mio gioco. Anche la componente fortuna ha contribuito al risultato finale”. La gestione del talento, per chi lo possiede, non è facile: “Bisogna essere ordinati e penso di aver operato progressi sotto questo punto di vista negli ultimi mesi facendo anche le cose semplici senza complicarmi troppo la vita”. Tra le vittorie importanti del 2019 anche quella contro l’ex numero 5 del mondo, Tommy Robredo a Siviglia: “Una delle migliori disputate lo scorso anno. E’ stato bello giocare in quell’ambiente e trovare le giuste motivazioni”.
L’ACUTO 2020 A BANGALORE
Nel 2020 invece il top è arrivato nel Challenger di Bangalore, nella lontana India, pur in condizioni ambientali atipiche. Le perle contro Zhang e Ivashka: “Mi sono ambientato bene ed ho avuto un po’ di fortuna negli accoppiamenti di 1° e 3° turno. Contro Zhang ho disputato un’ottima partita. Con Ivashka ho giocato punto a punto e dopo circa tre ore sono riuscito a venirne a capo. Ho preso ulteriore fiducia. Ovvio che dispiaccia questa interruzione dopo un inizio così positivo. Purtroppo non si può fare nulla davanti ad una situazione di questo tipo ed è ovvio che le priorità del momento siano altre”. Un torneo del cuore nel quale distinguerti?: “Più di tutti Montecarlo e Roland Garros. Il primo perché è la mia seconda casa dove mi alleno da tanto tenmpo; il Roland Garros perché è uno Slam, sulla terra, e lo considero il più difficile da vincere. In pochi riescono a farlo, a parte l’alieno e plurititolato Rafael Nadal”.
LO STAFF E IL DOPPIO
Nello staff di Julian Ocleppo figurano Michele Longo e Alessandro Motti: “Un bel mix con il quale spero presto di tornare a lavorare”. Nella carriera, peraltro giovane dell’albese, anche il doppio: “Una specialità più facile a livello mentale perché si è in due si dividono i compiti. Per quanto mi riguarda mi è servito molto a migliorare la volèe. Ho iniziato a giocarlo quasi per caso con Andrea Vavassori, a Padova, dove abbiamo vinto. Abbiamo poi avuto una wild card a Recanati ed ottenuto la finale. Di lì abbiamo dato continuità alla coppia raggiungendo ottime posizioni in classifica mondiale. Poi mi sono tirato indietro io perché non mi sembrava giusto rinunciare al singolare a soli 20 anni, dopo essermi consultato con mio padre e il mio staff”. Su quali aspetti stai e state lavorando?: “Non credo che ci sia un colpo in particolare da curare. La differenza la fa l’aspetto mentale e su questo sto progredendo”.
LA RIPRESA
La riapertura eventuale del circuito. Che quadro ti sei fatto?: “I pareri sono discordanti in materia. Credo sia difficile riprendere nel 2020 perché il tennis è mondiale come i suoi protagonisti. Garantire la sicurezza di tutti è ostico. Bisognerà capire e vedremo cosa proporranno ATP, WTA e ITF. Un circuito nazionale potrebbe aiutare la ripresa anche se il giocatore quando scende in campo lo fa per i punti e scalare le classifiche. Capiremo eventualmente come verrà gestita la cosa”.
GLI HOBBY
Tempo anche per gli hobby in questo periodo. Quali?: “Qualche volta vado in azienda da mio papà, alla sera serie TV su Netflix, partitelle di basket nel cortile di casa mia, playstation (a volte con Vavassori che è molto più forte di me). Insomma cerco di impegnare il tempo”. Gli idoli nel mondo del tennis per Julian Ocleppo. Ci sono stati e chi?: “Non ne ho mai avuti di particolari, anche se i big four sono qualcosa di particolare, avendo fatte cose mai viste prima, compreso Murray prima che fosse fermato dall’infortunio e dalle operazioni”. In qualche video similitudini con Safin: “E’ stato il padre di Vavassori a farmi notare le affinità e gli ho dato ragione, con le logiche e dovute differenze con chi è stato anche numero 1 del mondo. Di mio padre, visto in videocassetta, ricordo il servizio e il diritto e alcune sue grandi partite”. La maglia azzurra è un obiettivo?: “Rappresentare l’Italia sarebbe il massimo, anche se la nuova formula della Coppa Davis non mi piace. Aver tolto il tre su cinque e il fascino del pubblico con i match di andata e ritorno non ritengo sia stata una bella scelta”.
IL PENSIERO DI GIANNI OCLEPPO
Cosa pensa invece Gianni Ocleppo del percorso del figlio Julian e del suo potenziale: “Tira più forte di me e anche con il servizio è molto efficace. Un ottimo potenziale, dunque. Forse io alla sua età ero più maturo, anche se lui è molto migliorato sotto il profilo caratteriale e di mentalità nell’ultimo periodo. Fa molti sacrifici, anche perché oggi non è facile emergere e tutti giocano bene. Lo seguo e lo aspetto”. Magari proprio a Montecarlo, dove papà Gianni ha una sua effige marmorea, così come un campo dedicato, il numero 6, al Bordighera Lawn Tennis Club, il circolo più antico d’Italia. Tra le passioni di famiglia anche quella per i colori calcistici, rigorosamente nerazzurri e da generazioni.
di Roberto Bertellino