LA NUOVA DIMENSIONE DI JASMINE PAOLINI
Nemmeno il tempo di godersi la prima vittoria WTA, nel 250 di Portorose, ed ecco la partenza, martedì, per Chicago: “Da sabato sarò in corsa per le qualificazioni del 500 americano, e poi farò il 1000 di Indian Wells”. Così Jasmine Paolini, ancora raggiante per la grande vittoria arrivata contro Alison Riske, n° 38 del mondo, in terra slovena. Quale la chiave di lettura di un match che non era partito benissimo?: “Le condizioni non erano le migliori al via – conferma la 25enne toscana -. Tre ore di attesa per il maltempo, le luci della sera alle quali non ero per nulla abituata. Il campo non asciugato perfettamente con gli appoggi tutti da cercare. In più un po’ di tensione per la prima finale nel circuito maggiore. Piano piano mi sono sciolta”. Sul 2-5 del primo set è cambiata radicalmente la storia del confronto. Cosa è successo?: “L’americana è dotata di un gioco molto piatto e basso. Ho cambiato ritmo e giocato punto su punto, senza pensare allo score. Non credevo sinceramente di riuscire a ribaltare la situazione del primo set ma sono rimasta concentrata e nel tie-break ho giocato bene in difesa, cercando di allungare gli scambi e farla giocare più palle possibili. Sapevo di poterla mettere in difficoltà con questo tipo di tattica e così è stato. Avevamo preparato proprio così il match con il mio coach Renzo Furlan che sul 2-5 me lo ha ricordato”. Quali sono le emozioni del giorno dopo?: “Sono felicissima, inutile nasconderlo, per il titolo e per il modo con il quale ho giocato per l’intera settimana. Ringrazio tutti coloro che mi sono stati vicino anche quando il lavoro svolto non sembrava dare frutti. La mia famiglia, Renzo Furlan, Danilo Pizzorno, un valore aggiunto per il team con il quale collaboriamo da un anno e mezzo. Prima della trasferta sul cemento americano abbiamo curato il movimento sul cemento dalla parte del diritto correggendo alcune cose. I risultati si stanno vedendo”. E’ giusto dire che la svolta è arrivata nel secondo turno degli US Open, quando ha perso giocando alla pari contro una big come Victoria Azarenka?: “E’ stato un match che mi ha dato molta fiducia. Lo abbiamo giocato bene ma soprattutto ad alto livello, da parte di entrambe. L’ho riguardato più volte e sono stati molti di più i vincenti che gli errori gratuiti, a conferma della qualità espressa. Avevo offerto buone prove anche nei tornei di preparazione agli US Open e ho sentito sempre più confidenza con la superficie”. Che ora è diventata la sua preferita?: “Non esageriamo – scherza – ma certo se mi avessero detto che avrei vinto il mio primo WTA sul cemento non ci avrei creduto. Diciamo che mi sono resa conto si poter essere competitiva anche qui”. Su cosa state lavorando in particolare?: “Sul servizio, che è già migliorato ma sul quale ho ancora margini, anche se vista la mia statura non potrò mai scagliare palle a velocità elevatissima. Precisione e variazioni in questo colpo possono però fare la differenza”. Ieri è arrivato anche il best ranking, di n° 64 WTA. Obiettivo prossimo?: “Non voglio fare numeri ma continuerò a lavorare per progredire anche in questo senso”. Tanti i messaggi ricevuti dopo la vittoria. Quali i più significativi?: “Tutti, da quelli degli addetti ai lavori a quelli degli amici e tifosi di sempre che mi hanno vista crescere. Con Tathiana Garbin ci siamo sentite nel corso del torneo ed era felicissima per il mio successo”. Volete fare come nel settore maschile, ovvero trascinarvi reciprocamente verso l’alto?: “Titolo chiama titolo e la concorrenza interna aiuta. Se si pensa…lei c’è riuscita è normale dirsi, perché non io. Speriamo di proseguire su questa strada, per il nostro bene e del tennis italiano al femminile. Quando siamo in trasferta nei tornei facciamo squadra. Anche a Portorose è successo con Sara Errani e Lucia Bronzetti”. Un rapporto ideale anche quello con il suo coach Renzo Furlan, vero?: “Quest’anno mi ha seguita in quasi tutti i tornei e anche questo è stato un plus. Il confronto costante e reciproco aiuta a progredire. Una bella sinergia della quale vado orgogliosa”.
di redazione