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MATTEO ARNALDI E LE ULTIME EMOZIONI

Matteo Arnaldi è stato uno degli otto protagonisti delle Intesa San Paolo NEXT Gen ATP Finals all’Allianz Cloud di Milano, affrontate quale prima riserva diventato “titolare” per la scelta di Rune di rinunciare all’appuntamento e dirigersi verso Torino a sua volta come prima riserva delle Nitto ATP Finals. Una chiamata gestita come dal 21enne sanremese? “Avevo preparato l’appuntamento – esordisce – come se avessi dovuto giocarlo, quindi non sono stato sorpreso. Dopo il Challenger di Bergamo ero già a Milano come alternate e non ho fatto altro che entrare in campo”. Il primo match l’ha vista giocare alla pari con Brandon Nakashima, che poi ha vinto il titolo. Cosa le è rimasto di quella partita? “Ho espresso un ottimo tennis, tra i migliori della mia stagione. Il secondo set è stato determinante e sono mancato in alcuni momenti chiave della partita. Tutto fa esperienza ma mi è rimasta la sensazione di aver giocato alla pari con un top 50 che peraltro conosco da quando entrambi frequentavamo i tornei giovanili internazionali. A tratti il livello superiore è stato il mio e questo dà fiducia”. Nella seconda sfida è arrivato il derby con l’amico di sempre, Francesco Passaro. Molti cambiamenti di fronte, match point avuti ed altri annullati. Un po’ di rammarico? “Quando perdi è ovvio, anche se entrambi avremmo meritato di vincere. I dettagli questa volta hanno fatto la differenza in suo favore. Nel complesso è stato uno dei tornei più belli giocati nella mia ancora giovane carriera”. Allenato al TC Sanremo da Alessandro Petrone, che lo segue regolarmente nel circuito, e Matteo Civarolo, Matteo Arnaldi ha disputato una stagione in crescendo. Come la rivive? “Non sono partito benissimo ma da aprile ho cambiato marcia raggiungendo la semifinale nel Challenger croato di Spalato. A Francavilla ho vinto il primo Challenger in finale su Maestrelli. I momenti salienti, oltre agli ultimi di Milano, sono stati quelli vissuti a Roma e a New York, dove ho sfiorato la mia prima qualificazione in un tabellone Slam, cedendo al turno decisivo contro il top 100 ATP Galan”. Quali aspetti hanno permesso la sua progressione nel ranking mondiale? “Non parlerei tanto di tecnica quanto di atteggiamento. Maturando esperienze impari a gestire i passaggi chiave dei match. Sotto questo punto di vista devo ancora salire e riuscire a farlo nel circuito maggiore”. Professionista esemplare e attento ad ogni particolare, anche negli allenamenti, Matteo Arnaldi ha scelto il tennis per quale motivo? “Ho iniziato da piccolino a giocare con mio nonno contro il muro di casa, avevo cinque anni. Fino ai dodici facevo anche nuoto, poi ho scelto perché il tennis mi divertiva di più”. L’idolo non è un personaggio qualsiasi, chi nello specifico? “Mi è sempre piaciuto per le sue doti fisiche e temperamentali Novak Djokovic. A lui mi ispiro anche per il modo con il quale si prepara per i match e i grandi appuntamenti”. Quali i suoi prossimi obiettivi? “Nel 2023 l’ingresso tra i top 100 anche se la classifica non è che l’espressione dei risultati di campo i quali arrivano solo continuando a migliorare. Partirò alla volta dell’Australia subito dopo Natale e il primo torneo sarà quello del Challenger di Canberra, dal 2 gennaio. Dal 9 invece grande tuffo nelle qualificazioni degli Australian Open”.

di redazione