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DJOKOVIC E’ GRANDISSIMO…POTREBBE ESSERLO ANCORA DI PIU’

Novak Djokovic ha vinto meritatamente gli Australian Open, il suo decimo titolo a Melbourne. Ha raggiunto Nadal a quota 22 Slam ed è tornato in vetta al mondo superando l’imberbe Alcaraz. Ha dominato tutti, dal primo all’ultimo quindici, ribadendo di essere candidato al titolo di più grande e vincente d’ogni tempo. La sua unica ma non piccola pecca è quella di essere sempre in lotta con il resto del mondo, per svariati motivi, come se vincere non gli bastasse. Non pago è lui per primo a mettersi nelle situazioni per cui è poi costretto a giustificarsi e correre ai ripari. A Melbourne ha vinto lamentando un problema prima al ginocchio poi alla gamba, con tanto di vistosa fasciatura miracolosamente scomparsa nelle fasi finali della contesa. Ora dice di voler dimostrare che l’infortunio era reale per stoppare le illazioni di alcuni, che non gli sono piaciute, relative al “presunto” infortunio. Ne faremmo volentieri a meno e ci piacerebbe parlare del “Nole” di campo, quello amico di Fiorello che pare pure simpatico, non del suo eterno conflitto con i terzi, australiani (nel 2022) e non. Come se non bastasse “Djoker” deve anche parare i colpi che gli arrivano dall’interno, madre quando aveva parlato male di Federer, padre che a Melbourne si è “associato” a filorussi con tanto di bandiera. L’onnipotenza che troppo spesso crede di possedere non è dei terreni e continuare a cadere nel tranello è deleterio, per lui e la sua immagine. Non si può stupire se non gode della stessa capacità di toccare gli animi che è sempre stata caratteristica dei Federer e dei Nadal. Un processo di umanizzazione, in parte già in atto ricordando anche la sua generosità nei confronti di cause e persone, a lui vicine ma a volte lontanissime, non potrebbe che fargli del bene e rendere ancora più “immortali” le sue magnifiche vittorie. Pensi a stabilire nuovi record, meno a giustificare alcune cadute di stile personali e di coloro che gli stanno intorno.

di Roberto Bertellino