DJOKOVIC E’ IN SEMIFINALE A NEW YORK. SARA’ LA 47ESIMA A LIVELLO SLAM. TROVA SHELTON
Quando un giocatore perde sette volte su sette contro un “collega” la ragione è sia tecnica che di forza specifica. A tale norma non scritta non è venuta meno la sfida di quarti di finale degli US Open tra il beniamino di casa, Taylor Fritz, e il numero 2 del seeding (prossimo nuovo leader del ranking) Novak Djokovic. Il serbo si era imposto infatti nei sette precedenti e ieri ha ribadito il concetto. Tambureggiante ritmo da fondo, quello del serbo, che ha spostato da una parte all’altra del campo l’americano, tennista che quando non colpisce con i giusti appoggi diventa “comune”. Non possiede molte armi Taylor, che non aveva ancora perso un set nel torneo, per ribattere le trame di Djokovic e nemmeno le ha cercate perché qualche back o qualche discesa a rete avrebbero potuto almeno impensierire il grande avversario. In più nelle palle break ha fatto la differenza proprio il maggior valore specifico di Novak che le annullate quasi tutte convertendo invece con cadenza quasi regolare quelle avute. E’ così maturata in tre set e 2 ore e 35 minuti l’ennesima vittoria del serbo, l’ottava, contro l’americano. Sarà la 47esima semifinale a livello Slam per il serbo: “Lo sport mi ha dato tante opportunità e mi ha fatto conoscere la passione della gente. E’ un privilegio poter fare ancora questo tipo di vita. Sono anche abituato al tifo contro ma è normale e mi carica”.
Anche in semifinale non avrà la maggior parte del tifo a favore perchè si confronterà con il 20enne di Atlanta Ben Shelton, per la prima volta a questo livello in uno Slam. Shelton ha vinto il derby di quarti contro Tiafoe, nel 2022 tra i migliori quattro del torneo, ed esaltato la folla. Per lui un significativo 6-2 3-6 7-6 6-2. E’ il più giovane semifinalista americano agli US Open negli ultimi 30 anni. Decisiva nell’economia del derby vinto l’affermazione nel tie-break, per 9 punti a 7 dopo aver avuto due set poi sul 6-4 ed essere incappato anche in due terribili doppi falli. Nonostante questo Ben “ha chiuso gli occhi”, giocato con la sfrontatezza dei 20 anni, e portato a casa la frazione, per poi dominare la quarta come già fatto nella prima.
di redazione