IL NUOVO SCENARIO DELLA COPPA DAVIS DOPO I FORFAIT DI SINNER E BERRETTINI: LE NEW ENTRY SONO VAVASSORI E ARNALDI
La vicenda Davis Cup in chiave azzurra, dopo i forfait forzati di Jannik Sinner, affaticato, e Matteo Berrettini, infortunato agli US Open, ha assunto nuove “colorazioni”. Alla categoria del detto appartengono le dichiarazioni di Nicola Pietrangeli, uomo Davis per antonomasia e capitano nell’unica edizione vinta dall’Italia, nel 1976 in Cile. L’ormai prossimo 90enne, li compirà l’11 settembre, non ha mai negato l’affetto per la maglia azzurra: “Non voglio entrare nel merito della vicenda Sinner – ha dichiarato all’ANSA – parlo in generale e dico che rappresentare il proprio Paese è il massimo dell’aspirazione di uno sportivo, è un onore comunque, a prescindere dal risultato. Chi rifiuta per poi andare a giocare un torneo altrove, andrebbe squalificato per almeno un anno”. Da detentore del record di presenze in singolare e doppio come giocatore, con 120 successi, Nicola ha proseguito: “Se non sei fiero di giocare per il tuo Paese fatti fare un certificato medico fasullo, è una questione di coscienza. Oppure, non ti va perché hai paura di perdere o per le responsabilità? Non è detto che devi per forza vincere, ma ci devi provare. E non vanno trovate scuse o alibi, ma non sto facendo un nome in particolare in questo caso, parlo in generale, sia ben chiaro”. Più diplomatica la posizione di capitan Volandri: “Auguriamo a Jannik una pronta guarigione, sappiamo quanto lui tenga alla Davis, lo ha già dimostrato. Rispettiamo la sua decisione, sono sicuro che lo avremo a disposizione in futuro”. Jannik si è spiegato via twitter: “Sfortunatamente non ho avuto abbastanza tempo per recuperare dopo i tornei in America e purtroppo non potrò far parte della squadra a Bologna. E’ sempre un onore giocare per il nostro Paese e sono convinto di tornare in nazionale al più presto”. In un secondo post, abbellito da un cuore e un tricolore, ha aggiunto: “Un grosso in bocca al lupo ai ragazzi, ci vediamo”. A difendere i colori italiani a Bologna, contro il Canada privo di Shapovalov e Auger Aliassime, la Svezia che non schiererà il ritirato Mikael Ymer e il Cile di Jarry e Garin saranno dunque Lorenzo Musetti, Lorenzo Sonego e il debuttante Matteo Arnaldi in singolare; Simone Bolelli e Andrea Vavassori in doppio. Il torinese è l’altra novità del gruppo, per la prima volta convocato in Davis Cup in qualità di doppista e numero 1 italiano di specialità nel ranking mondiale (41 ATP). Un premio a quanto fatto in stagione e alla perseveranza, negli ultimi mesi proseguita in territorio americano proprio giocando a fianco del bolognese, compagno storico di Fabio Fognini, escluso dalla contesa almeno per questo capitolo della competizione. Il ligure, che oggi giocherà come Vavassori i quarti di finale nel draw di singolare dell’Aon Open Challenger di Genova, non ha gradito: “È meglio essere odiati per ciò che si è, che essere amati per ciò che non si è”, poi ha aggiunto sempre sui social “Meglio essere sinceri e incazzati che finti e sorridenti”. Ad Andrea Vavassori la convocazione apre anche le porte della possibile partecipazione alle Olimpiadi di Parigi 2024.
di redazione